La leishmaniosi è una malattia zoonotica causata nelle aree mediterranee da Leishmania infantum, un parassita che utilizza principalmente il cane come serbatoio e i flebotomi come vettori. Dove la Leishmaniosi canina è endemica, i gatti sono esposti al parassita e si possono infettare tramite puntura dell’artropode rappresentando così un importante serbatoio secondario.

European Advisory Board of Cat Diseases (ABCD), ha pubblicato una review sulla Leishmaniosi del gatto mettendo in evidenza alcuni punti:

  • I gatti sono naturalmente infetti dalle stesse specie di Leishmania che colpiscono i cani
  • I flebotomi che pungono i gatti infetti sono a loro volta in grado di trasmettere L. infantum
  • La Leishmaniosi si verifica sporadicamente nei gatti, di solito nelle stesse aree in cui cani sono colpiti
  • L’esame istologico della pelle, del fegato e dei reni evidenzia una infiammazione granulomatosa
  • Le lesioni cutanee (dermatiti ulcerose, crostose, nodulari o squamose) sono i segni clinici più frequenti e talvolta gli unici rilevabili all’esame clinico
  • I segni clinici non cutanei più frequenti comprendono: ingrossamento dei linfonodi, perdita di peso, coinvolgimento oculare (blefarite nodulare, uveite, panoftalmite), diminuzione dell’appetito, gengivo-stomatite cronica e letargia
  • Nei casi con follow-up sono stati osservati malattia glomerulare e insufficienza renale cronica
  • È stata riportata un’associazione tra FIV e leishmaniosi felina in aree endemiche
  • La citologia, l’istologia, l’isolamento o la PCR su campioni di cute, linfonodi, sangue o qualsiasi tessuto colpito sono utili per la diagnosi diretta
  • La sierologia (IF, ELISA,) è utile negli studi di prevalenza

 

In Italia, la prevalenza complessiva di leishmaniosi felina è del 3,9% con un tasso più alto (10,5%) nel sud a seguito delle condizioni climatiche geografiche che consentono la presenza e l’abbondanza di flebotomi.

Una sieroprevalenza del 12,2%, 12,5%, 16,3%, 25,8% e 10% è stata segnalata rispettivamente in Lombardia, Liguria, Abruzzo, Sicilia e Sardegna. (Poli et al.,2002; Spada et al., 2016, Vita et al., Otranto, Dedola et al., 2018).

Obiettivi

Scopo di questo studio è quello di valutare la presenza di Leishmania infantum nei gatti del Lazio, mediante IFAT, ELISA e qPCR.

Materiali e metodi

Verranno raccolti un numero totale di 200 campioni di siero, sangue periferico e tampone congiuntivale. Il siero sarà sottoposto a immunofluorescenza indiretta (IFAT) e al test immunoenzimatico (ELISA) per la ricerca di IgG specifiche contro L. infantum.

Il DNA genomico verrà estratto da campioni di sangue e dal tampone congiuntivale per la ricerca diretta del protozoo mediante qPCR. Per ogni gatto verranno registrate informazioni dettagliate su sesso, età e stile di vita.